Campofelice di Roccella (PA), 21 maggio 2016 – E’ stata una giornata intensa e ricca di spunti e contenuti, quella organizzata da UNCI. Un convegno che ha visto protagonisti, oltre che parte della Dirigenza delle varie sedi regionali, voci autorevoli del mondo politico europeo, nazionale e regionale. (QUI il programma del Convegno UNCI “Agroalimentare”)
Agroalimentare oggi è sinonimo di Made in Italy: i nostri prodotti sono riconosciuti in tutto il mondo e tutto il mondo cerca di imitarli senza avere il nostro clima, il nostro territorio e le nostre risorse. Oggi però agricoltura e pesca sono diventati settori sempre più complessi e i nostri operatori si trovano in difficoltà di fronte ad un sistema di regole che spesso li ingabbia. Come fa un singolo imprenditore a misurarsi con mercati globali, tecnologie nuove e una burocrazia ancora troppo lenta? L’unico modo per non rischiare di essere tagliato fuori è quello di fare sistema, aggregandosi con altri singoli che, da soli, resterebbero indietro. È qui che entra in gioco la Cooperazione. Solo lo strumento cooperativo è in grado di garantire ai singoli operatori una rete in cui mettere in comune interessi, conoscenze e competenze. Solo lo strumento cooperativo può inserire l’imprenditore agricolo in un percorso nuovo per rilanciare la sua azienda. Sono questi i messaggi emersi in occasione del convegno organizzato dall’UNCI a Campofelice di Roccella. L’evento arriva a coronamento di un percorso intrapreso dall’Unione Nazionale Cooperative Italiane per modernizzare un settore molto importante per la nostra economia: di recente è stata creata anche l’Associazione di Settore “UNCI AGROALIMENTARE” che riunisce Cooperative ed Imprese dei comparti della Pesca e Acquacoltura nonchè le Cooperative Agricole, Agroalimentari, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli ed ittici.
“Bisogna educare i nostri agricoltori e i nostri pescatori a diventare impresa, uscendo dalla mentalità del contributo, per entrare nella mentalità degli incentivi all’azienda” ha ribadito il Presidente dell’UNCI Nazionale Dott. Pasquale Amico spiegando che l’obiettivo che si vuole raggiungere è duplice: da un lato si educa il pescatore e l’agricoltore a cambiare mentalità, diventando un vero e proprio imprenditore, dall’altro lo si inserisce in un percorso di legalità e di tracciabilità di cui beneficia tutto il sistema.
Non è mancato un messaggio politico forte al mondo delle cooperative: “Oggi siamo qui anche per ribadire la nostra identità che non ha nulla a che fare con il modus operandi di alcune realtà cooperative che hanno come unico obiettivo quello di fare appalti – ha detto, senza troppi giri di parole, Pasquale Amico – Noi ci rifacciamo ai valori della dottrina sociale della chiesa, che mette al centro mutualismo, solidarietà e socialità, e abbiamo un forte legame con il territorio. Purtroppo riteniamo che la proposta di legge contro le false cooperative sia solo un palliativo per mandare fumo negli occhi”.
Su questo punto è intervenuto On. Giovanni La Via, Presidente Commissione Ambiente, Sanità e Sicurezza Alimentare del Parlamento Europeo: “La cooperazione è lo strumento fondamentale per uscire dalla crisi. Le forme aggregative e associative sono importanti, soprattutto nel settore agroalimentare, perché danno la possibilità ai singoli produttori di andare su mercati più ampi e più lontani dai paesi di produzione con la forza e gli strumenti giusti per competere. Purtroppo, soprattutto al Sud, si fa fatica a far affermare questi concetti e noi dobbiamo lavorare per rafforzare e far crescere il mondo cooperativo che consente oggi a chi è debole di guardare al futuro. Alla politica chiedete strumenti per poter realizzare quei percorsi che facciano riaffermare il ruolo del mondo cooperativo. A tal proposito – ha aggiunto La Via – l’Unci è una realtà sana e forte, è una realtà che può garantire quello sviluppo economico che stiamo ancora aspettando. È importante sostenere le cooperative trasparenti come l’Unci che non utilizzano lo strumento della cooperazione solo per fare affari ma per dare un reale contributo alla società”.
Tornando all’agroalimentare, l’Europa ha parametri troppo restrittivi per il nostro Paese? “Oggi l’Europa è praticamente l’unico strumento per finanziare il nostro agroalimentrare – ha risposto La Via – Nel bilancio europeo ci sono 40 miliardi di euro che vanno a sostenere direttamente il sistema delle aziende agricole e altri 12 destinati al sistema della trasformazione. Spesso però l’agroalimentare viene utilizzato come merce di scambio negli accordi commerciali con gli altri paesi come è successo con la Tunisia. Al Parlamento Europeo ci siamo opposti alla concessione della deroga alle importazioni dell’olio tunisino ma abbiamo perso la battaglia. Abbiamo però ottenuto misure compensative come il riconoscimento del brand IGP Sicilia per il nostro olio. Da un lato quindi l’Europa ci ha tolto consentendo una deroga alle importazioni tunisine, dall’altro ha riconosciuto la qualità e l’eccellenza dei nostri prodotti dandoci l’opportunità per andare su altri mercati”.
E parlando di finanziamenti Dott. Antonio Carullo, Commissario straordinario IRCAC, ha ricordato: “L’IRCAC è una realtà che fa da banca per le cooperative concedendo prestiti a tasso agevolato, che oggi è dello 0,30%. È una prerogativa siciliana e devo dire che la nostra Regione, 50 anni fa, ebbe una grande intuizione per sostenere le cooperative, che rappresentano il modo migliore di fare impresa. Sono commissario dal 2008 e in questi anni mai una pratica o una richiesta di finanziamento è stata rifiutata per mancanza di fondi”. Ricordando che le prime cooperative siciliane sono state proprio quelle agricole ed hanno combattuto per difendere la propria terra, Carullo ha annunciato che a breve “sarà varato il nuovo regolamento regionale e potremmo usufruire di nuove agevolazioni”.
Il Sindaco di Campofelice di Roccella Massimo Battaglia ha ringraziato l’UNCI per l’iniziativa organizzata, sottolineando l’importanza dell’agroalimentare, vero motore del Made in Italy, ha detto: “Dobbiamo cercare di dare alcune risposte ai nostri agricoltori e pescatori che oggi devono combattere contro il problema della contraffazione e contro la lentezza della burocrazia”.
“Non siamo più il pescatore raccontato dal grande scrittore Ernest Hemingway – ha ribadito il Dott. Gennaro Scognamiglio, Presidente di UNCI Agroalimentare – Infatti la nostra idea è di formare una classe lavorativa come Management in grado di muoversi all’interno del comparto agroalimentare e della pesca, nei rapporto tra imprese e istituzioni in modo da promuovere costantemente una cultura dell’innovazione lungo tutto l’arco del processo. A tal fine occorre coniugare conoscenze teoriche e pratiche con abilità personali che concorrono a formare un particolare saper essere e saper fare”.
“Il sistema cooperativo deve essere il traino dell’agroalimetare, come avviene nel resto d’Italia – ha ribadito Gianluca Miccichè Assessore al lavoro della Regione Siciliana – Dobbiamo trovare sistemi che lo allarghino in maniera più diffusa, anche in Sicilia, per poter utilizzare gli stessi strumenti che usano le altre Regioni. Da noi, per un gap culturale, il sistema cooperativo è ancora poco organizzato, a parte alcune eccezioni come il ragusano e il palermitano. L’UNCI quindi rappresenta un patrimonio importante per la nostra Regione, da cui l’agroalimentare siciliano può ripartire anzi direi che può finalmente partire. Agroalimentare e turismo sono le due strade da percorrere per il futuro, in linea con il modello produttivo della cooperazione, che oggi è considerato dalle istituzioni stesse il modello cui puntare. Ormai il modello del passato ha decretato il suo definitivo fallimento e la politica sta percorrendo la strada del ricambio culturale, mettendo in campo politiche attive a sostegno di soggetti produttivi organizzati, come sono le cooperative”.
A trarre le conclusioni della giornata è stato il Sottosegretario alla Difesa On. Gioacchino Alfano che ha detto: “Io riconosco al Presidente dell’Unci un metodo di lavoro che non lascia scampo. Grazie al suo coraggio e alle sue competenze, anche in campo legislativo, un’organizzazione come la vostra è stata capace di mettermi all’angolo quando serviva. A proposito del settore agricolo, noi siamo impegnati con l’esercito a garantire la sicurezza dei siti attraverso attività di prevenzione. Ma quello che io sogno è che un’organizzazione di categoria sia il primo certificatore della propria impresa associata. Questo vuol dire che, nel caso in cui un’impresa viene interessata da un provvedimento, deve essere la stessa organizzazione di categoria ad intervenire a garanzia del lavoro di tutte le altre. Vuoi quindi avete anche un altro compito che è quello di seguire l’attività legislativa per porvi non come interlocutori subordinati dei partiti ma come alleati di uno stesso percorso. Dovete farlo soprattutto in un momento in cui la politica gode di scarsa fiducia”.